Kerôk

Il giorno 19 Aprile 2025 si è svolto il primo super concertone rockettaro nell’officina creativa in via Olona, 104 a Gallarate.
E’ successo tutto per caso. Un giorno leggo un messaggio di Jekke dei Five Bucks gasato di trovare uno spazio per far suonare le Itchy and the Nits, erano in tour europeo dall’Australia, una band fichissima di cui fanno parte tre ragazze mine piene di energia. Mi propose di fare un concerto in studio e accettai pensando: “concerto punk-rock e ceramica, bello crazy, al massimo spacchiamo tutto”.
Insieme alle Itchy, in ordine cronologico, suonarono le due bands locals dei Kanfora formata da Luca Brumana, cpx per gli amici, al basso, Lorenzo Amadori alla batteria e Federico Crapanzano, alla chitarra elettrica e Five Bucks un progetto musicale di Giacomo Masciavè Rodrigues (Jekke).
Insieme ad Anna, la ragazza con cui condivido tutt’oggi lo studio mettemmo insieme due birre e qualche pizza.
La serata aveva spaccato ed eravamo riusciti a fare una donazione alle bands grazie alle offerte di tutti gli amici che erano venuti ad ascoltarle.
Durante la serata abbiamo avviato il progetto Kerôk, un’idea nata per caso a Lipsia da me e Rebecca Talamona, Rebok, giovane ventiduenne fotografa di Galliate Lombardo, appassionata di musica rokkettara, punkettona, sempre pronta a tirare fuori la sua Minolta e scattare fotografie analogiche veramente crazy, ma soprattutto belle quasi quanto lei (REGINA DEL ROCK).
Il progetto prevede di far disegnare un piatto in ceramica ad ogni band, intervistarla, fotografarla, disegnarla eee alla fine creare una fanzine, questa è la nostra prima band…poi staremo a vedere.
Tra tutti i regaz che c’erano in studio a pogare e ad ascoltare le bands tirai fuori Sofia Guastoni, un’amica mezza americana alla quale chiedemmo di intervistare in inglese le fanciulle australiane, il nostro inglese purtroppo faceva pena, era meglio passare la palla a lei (ESPERTA).
Sofia, super contenta prese in mano la situazione e iniziò l’intervista leggendo le nostre domande.
Testo by Giulia Bonora



Le persone sono ancora fuori a fumare e chiacchierare.
All’ingresso, invece del solito timbro da discoteca, ci fanno un disegnino sul braccio.
Appena entrati, sulla sinistra c’è l’angolo di Sticknpork dove si stanno facendo tatuaggi, a destra un tavolo con sopra birre e pizza, e dietro, lunghe mensole occupano l’intera parete, con sopra i lavori di Giulia e Anna.
Su una di queste c’è un grande piatto bianco, in bilico tra le ceramiche, con i ritratti che Eva, Beth e Cin – le cantanti della band – si sono disegnate a vicenda.






Sono arrivate a Gallarate per il loro tour direttamente dall’Australia.
Gireranno l’Europa in van; è la prima volta in Italia per tutte, e lo studio di Giulia è una delle prime tappe.
In arte si fanno chiamare Itchy and the Nits (in italiano suonerebbe tipo “prurito e pidocchi”).
Beth e Cin sono sorelle, anche se molto diverse: Beth è bassa, mora e riccia; Cin ha i capelli ramati, è più slanciata e timida nei modi.
Eva è alta, bionda, ha un grande sorriso e un serpente di piume rosa al collo.

Prima di loro hanno suonato Kanfora e Five Bucks.
Finito il concerto, le fermiamo ancora con il fiato corto per aver appena urlato al microfono e ci spostiamo nella sala ceramiche per l’intervista.
(testo by Sofia Guastoni)

Credits by Chiole Comics
Che animale vorreste essere?
Eva: un cuculo o un orangotango.
Beth: un gorilla.
Cin: un greyhound.
Qual è il vostro sogno più grande?
Eva risponde che, per qualche motivo, ha segretamente voglia di incontrare Debbie Harry.
Beth esclama: “Oh, anche se ho detto che vorrei essere un gorilla, il mio sogno più grande rimane abbracciare uno scimpanzé!”
Scoppiano risate. Cin si fa spazio tra le voci e dice timidamente: “Il mio è vedere l’aurora boreale”.
Cosa fate per vivere?
Eva resta un attimo spiazzata, poi si ricorda: “Oddio, mi stavo dimenticando che fino a qualche settimana fa lavoravo… lavoro in un posto dove si comprano, vendono e scambiano vestiti, tipo uno swap. Le persone portano i loro abiti vintage, noi gli diamo un prezzo e li rivendiamo”.
Beth dice di aver lasciato il suo lavoro da corniciaia prima di partire, ma spera di riprenderlo al ritorno in Australia.
Cin ci sorprende: sta per iniziare un dottorato in storia dell’arte per lavorare all’università. Conclude con una risatina: “Forse rimarrò una studentessa per sempre”.
Cosa fareste con 100 mila euro?
Beth puntualizza: “Sarebbero 200 mila dollari!”
Eva sa già: “Magari rimarrei più a lungo in Italia?”
Giulia si gasa tantissimo. È esattamente quello che volevamo sentire.
Beth e Cin ci mettono di più a rispondere, prendono la domanda sorprendentemente sul serio.
Beth passa da un “non lo so” a pensieri ad alta voce, poi si decide (con un po’ di esitazione): “Magari metà per un mutuo e l’altra per una lunga vacanza”.
Anche Cin, come la sorella, li investirebbe: comprerebbe un terreno per costruirci sopra una casa.
Che cos’è per voi l’amore?
Eva ci pensa un attimo, poi risponde con una domanda: “Magari Beth e Cin?”
Beth ripete la domanda come per prendersi tempo e dice: “È troppo difficile rispondere”.
Eva si ricorda del fidanzato, ma ormai è tardi: Beth e Cin hanno preso il suo posto.
Beth ci sorprende: per lei l’amore è rilassarsi. Non pensa a un amore verso altri, ma rivolto a se stessi: stare bene, godersi le cose senza preoccuparsi.
Cin avrebbe voluto dire la stessa cosa e aggiunge: “Non stressarsi, dire e fare quello che vuoi, e stare bene”.
Cosa vi è successo di più pazzo durante il tour?
Eva parte in difensiva: “Siamo ancora solo all’inizio!” Poi racconta dei problemi col van: “Abbiamo rotto una luce e c’è un bel bollo su una delle portiere laterali. Speriamo non se ne accorgano quando glielo restituiamo”.
Beth ci racconta di come russa Eva: alterna un normale aaaaahhhh a un ihhhhhhh (irriproducibile a detta di tutte e tre)
Cin ricorda: “Una cosa folle ci è successa a San Francisco, quando ci siamo trovate la portiera dell’auto completamente cagata da qualcuno, e non riuscivamo a spiegarci come fosse successo”.
Canzone preferita?
Eva: Cry for a Shadow (dei Beatles).
Beth: “Ultimamente ascolto molto Cruel to Be Kind — non mi ricordo di chi è…”, e inizia a canticchiarla. “La amo!” (è di Nick Lowe).
Cin ci mette un po’, ma alla fine sceglie We’ve Got a Groovy Thing Goin’, Baby di Simon & Garfunkel.
Beth si inserisce: “Cin e il suo ragazzo Dave ne fanno una cover pazzesca. Quasi meglio dell’originale”.
Come vi siete incontrate?
Eva racconta di aver conosciuto Beth in una gelateria dove lavoravano entrambe. Appena arrivata, era sempre nervosa perché Beth le faceva scherzi di continuo. A volte le diceva che il capo era incazzato nero, anche se non era vero.
Beth ricorda invece di aver conosciuto prima un’amica di Eva, che le aveva chiesto di suonare insieme dopo aver saputo che aveva una batteria. Poi si è aggiunta Eva, infine Cin.
Cosa mettereste in un panino?
Eva: “Magari feta, salame, lattuga… e forse dei sottoaceti? Non so se è strano”.
Beth: “Ah, oddio! Di sicuro pane con lievito madre, pesto” — si gira verso Eva per controllare se l’avesse già detto — “formaggio di capra, rucola, salame anche io, pomodoro e senape”.
Eva le chiede ridendo: “E salsa di pomodoro?” Ma Beth, serissima risponde di no.
Cin sa già cosa vuole: “Un bel panino con tonno, jalapeño, cetriolini, cipolla, formaggio e senape”.
Finiamo l’intervista con Amore Disperato in sottofondo e andiamo di là a ballare.
Intervista by Reb&Giuli
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